Una microinterazione è un evento temporaneo scaturito dal completamento di un’operazione. Le microinterazioni sono l’essenza di una grande varietà di funzionalità, dai contesti più piccoli come i blog a quelli più grandi, come le piattaforme di social network, pensiamo ad esempio al completamento di un login o ad una notifica di aggiornamento, oppure al cambio di stato di uno o più elementi di una pagina web, per garantire i corretti feedback all’utente riguardo il funzionamento del sistema in determinati istanti temporali.
In un approccio di design human-centered, una microinterazione contribuisce nel miglioramento dell’empatia tra l’applicazione e l’utente, che riesce a comprendere al meglio ogni interazione grazie a feedback continui e costanti che aumentano la sensazione di una manipolazione diretta e lo aiutano a percepire il risultato della sua operazione.
Ad ogni azione dell’utente all’interno di un’app scaturisce un evento e un’ulteriore azione. Per favorire ciò, nella fase di design bisogna seguire il cosiddetto modello di call-to-action (invito all’azione), con l’interfaccia che ha il ruolo fondamentale di coinvolgere l’utente nei processi di sistema e renderlo partecipe, consapevole e gratificato del flusso di utilizzo. L’utente deve imparare ad orientarsi anche quando affronta esperienze che non ha ancora vissuto nell’ambito dell’utilizzo in prima persona dell’applicazione; un bravo designer è in grado di aiutarlo in questo processo donando familiarità all’interconnessione tra gli elementi e gli eventi, seguendo dei pattern di interazione e dei loop che guidano l’utente nell’esperienza.
In tutto ciò di cui abbiamo parlato fino ad ora, la microinterazione è quel dettaglio che viene spesso percepito inconsciamente ma che fa la differenza, che crea vuoto e smarrimento quando manca. Alcune di esse sono ormai diventate degli standard, e quando utilizziamo uno smartphone, un’app o navighiamo una pagina web tendiamo spesso a non farci nemmeno più caso: scorri per sbloccare, scroll per ricaricare, swipe per andare avanti e indietro: tutti i moderni software ne fanno uso, quando questi dettagli vengono a mancare viene inculcato nell’utente quel pregiudizio che va a inficiare sulla valutazione del software stesso, che appare vetusto, mal progettato o addirittura inaffidabile.
Nel libro "Microinteractions: Designing with Details", Dan Saffer individua quelli che sono i componenti principali di una microinterazione: